PSICOLOGIA della FORMA (o della GESTALT)

Indirizzo di psicologia sperimentale che nasce in Germania intorno al 1911 ad opera di Max Wertheimer e che ha come precursori le ricerche del filosofo cecoslovacco C. von Ehrenfels (autore del saggio Sulle qualità della forma, 1890) e la teoria dell'oggetto di von Meinong.
La teoria della Gestalt, che si contrappone nettamente nettamente alle concezioni atomistiche, associazionistiche (Wundt) o riflessiologiche-behavioriste (Pavlov, Watson), mette l'accento sulla tendenza degli insiemi percettivi o delle rappresentazioni del pensiero a presentarsi al soggetto sotto forma di unità coerenti. Tali unità si strutturano spontaneamente nel campo di esperienza del soggetto ogni volta che gli elementi di un insieme presentano determinate caratteristiche, identificate dagli psicologi della Gestalt come leggi dell'organizzazione della forma:

1. Legge della vicinanza, per la quale quanto minore è la distanza, nello spazio e nel tempo, che separa gli oggetti di un insieme, tanto più grande sarà la tenndenza a percepire quegli oggetti che appartenenti a un'unità.

2. Legge della similarità, per cui all'interno di un insieme costituito da più elementi, si manifesterà la tendenza a raggruppare gli elementi che sono maggiormente simili tra loro.

3. Legge del destino comune, che afferma la tendenza a percepire come appartenenti a un unico oggetto le cose che si muovono insieme, allo stesso tempo e nella stessa direzione.

4. Legge della direzione: se un modello continua nella stessa direzione di un altro, i due modelli verranno percepiti come appartenenti alla stessa unità.

5. Legge della forma chiusa, per la quale si tende a percepire come appartenenti a un'unità coerente gli oggetti disposti secondo figure chiuse, regolari, simmetriche.

La tendenza a organizzare elementi semplici in forme regolari, chiuse, costituite da parti simili o contigue, viene considerata dagli psicologi della Gestalt come una caratteristica innata, con conseguente ridimensionamento dell'influenza dell'apprendimento e dell'esperienza personale.
Una "forma" viene considerata un'organizzazione che non può essere ricondotta alla somma degli elementi che lo costituiscono e nella quale la modificazione di uno solo di questi elementi può modificare l'intera "forma".

Oltre a Wertheimer, altri rappresentanti di rilievo dell'indirizzo gestaltico sono Wolfgang Köhler, Kurt Koffka e Kurt Lewin.
In Italia, la teoria della Gestalt è stata oggetto di studi da parte di Cesare Musatti (che la introdusse nel nostro paese), Vittorio Benussi, Gaetano Kanizsa, e Fabio Metelli.


Mitchell G. Asch, La psicologia della Gestalt nella cultura tedesca dal 1890 al 1967, Franco Angeli, Milano, 2004

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Descrizione ad ampio raggio del mondo delle cosiddette illusioni ottiche, accompagnata da molte illustrazioni.

Gaetano Kanizsa - Paolo Legrenzi - M. Sonino, Percezione, linguaggio, pensiero, Il Mulino, Bologna, 1983

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Gestalt/Wikipedia
Scheda di Wikipedia sulla psicologia della gestalt.

Gestalttheory
Sito della GTA (Associazione della Teoria della Gestalt).

Gestalt/Unimc
Schede riassuntive sulla psicologia della forma.

Illuweb
Sito dedicato alle illusioni ottiche: figure ambigue, oggetti impossibili, teorie percettive, autori e artisti.

Illusioni/Clarence
Illusioni ottiche ed effetti visivi.

Illusioni/Segnalidivita
Raccolta delle principali illusioni ottiche

Percezione/Racine.rai
La percezione visiva: rapporto figura-sfondo, figure ambigue, figure impossibili, illusioni ottiche, regole dell'organizzazione della forma.

Paraillu/Gilda
Paradossi e illusioni ottiche.