RUDOLF ARNHEIM
Brani antologici


Percezione e adattamento
«Per interpretare adeguatamente il funzionamento degli organi di senso, è necessario tener presente che essi non sono comparsi come strumenti conoscitivi per amor di conoscenza, ma si sono evoluti come ausili biologici per la sopravvivenza. Fin dall'inizio hanno mirato, e si sono concentrati, su quegli elementi dell'ambiente che davano luogo alla differenza fondamentale tra favorire e soffocare la vita. Il che significa che la percezione è finalistica e selettiva».
[da Rudolf Arnheim, Il pensiero visivo, Torino, Einaudi, 1974, pag. 26]


«L'organismo, sulle cui esigenze la visione è modellata, è naturalmente più interessato ai mutamenti che all'immobilità. Quando qualcosa appare o scompare, o si muove da un luogo all'altro, o muta forma o dimensione o colore o luminosità, la persona o l'animale che osserva sente alterarsi la propria stessa condizione: un nemico che si accosta, un'opportunità che sfugge, un'esigenza cui adempiere, un segnale cui obbedire. Il più primitivo organo della vista, il punto o fibra nervosa sensibile alla luce di un mollusco o di un cirripede, limiterà l'informazione ai mutamenti di luminosità, consentendo così all'animale di ritrarsi dentro la propria conchiglia non appena un'ombra interrompe la luce solare. Contemplare le parti immobili dell'ambiente è qualcosa che si accosta a un vero e proprio lusso»
[Rudolf Arnheim, Op. cit., pag. 27]

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